Sunday, August 26, 2007

Ovest contro Ovest

di André Glucksmann

In visita a Parigi l'11 febbraio, Vladimir Putin, promosso nuovo arcangelo della pace, ha detto di voler «segnare questo giorno con una pietra bianca», salutando in Jacques Chirac, un grande leader che «si emancipa dalla logica dei blocchi». L'idea di Chirac capo del dopo guerra fredda seduce. Ma c'è una cosa da sottolineare: dato che il blocco comunista è scomparso dal 1990, quello spaccato dal presidente francese è il blocco democratico. Quindi, Vladimir Putin si è congratulato con l'uomo che a suo parere ha posto fine all'Alleanza atlantica. La Nato è un vestigio, l'Europa deve "liberarsi" dalla tutela americana, non c'è più un nemico comune per saldare insieme bevitori di vino e amanti della Coca-Cola. Dal Café du Commerce all'Eliseo, si ironizza su un discorso che mescola in politica il bene e il male, la giustizia e l'ingiustizia, la libertà e la dittatura. Nei salotti parigini si punta a una visione "premoderna" del mondo. A Parigi e a Berlino, è più corretto trovare un'intesa con il "postmoderno" Putin che con il "fondamentalista" Bush, portatore di un messianesimo che ripugna alle nostre tradizioni tanto sagge, laiche e realiste.

Gli stereotipi secolari fioriscono a mazzetti. L'America vi appare analfabeta, cowboy, fanaticamente religiosa e cinicamente pragmatica, governata da un cervellino da passero e da un clan di falchi, interessata solo al petrolio ma anche a un disegno idealista: insomma, un'egemonia in piena ascesa e un impero parassitario in decadenza terminale... Poco importa se gli argomenti sono contraddittori: tutti arrivano alla conclusione che Bush è il nemico numero uno dell'umanità, mentre Saddam, per quanto ci si degni di riconoscerlo mortifero, conta quanto il due di coppe. Per la prima volta dal 1945, la frattura Ovest-Ovest divide la politica mondiale.

I governi che intonano la grande aria del "diritto" contrapposto alla forza sembrano più ipocriti che veri. Mosca rade al suolo una capitale. Pechino mette a sacco il Tibet e la provincia degli Uigurs e non ha mai espresso rammarico per il sangue degli studenti versato a Tien Anmen. E la Siria occupa il Libano. Bella compagnia! Felice alleanza per Parigi e Berlino! Ciascuno è padrone a casa sua, a ogni macellaio il suo gregge e i suoi mattatoi.

Ridotto a principio di sovranità, il "diritto internazionale" garantisce a Saddam la possibilità di gasare i suoi e di massacrare ad libitum, e a Putin il permesso di portare avanti fino al genocidio le sue sedicenti "operazioni antiterroristiche". I manifestanti pacifisti che ripetono in coro il ritornello del "diritto internazionale" sostengono uno status quo violento e bellicoso. Compiango il mio amico Joschka Fischer, che alcuni anni fa ebbe il coraggio di prendere di contropiede i Verdi. Allora spiegò che peggio della guerra era Auschwitz, il terrore e la servitù senza fine. E concluse indicando la necessità di soffocare in nuce un'escalation verso l'inumano, bloccando manu militari il dittatore di Belgrado. Ora che è diventato ministro considera Saddam più umano, meno pericoloso di Milosevic per il suo popolo e per il mondo?

Compiango il mio presidente Jacques Chirac per aver dimenticato la sua audacia di fronte a quello stesso Milosevic. Ha affermato che un disarmo radicale porterebbe ipso facto alla caduta di Saddam, poiché il disarmo presuppone la trasparenza, e le dittature non resistono a lungo alla trasparenza. È giusto, ma un ragionamento del genere deve essere portato fino in fondo. Il suo buon senso non è sfuggito a Saddam Hussein, ben consapevole del fatto che abbassando le armi, firmerebbe la sua sentenza di morte. A meno di non prestargli pulsioni suicide, di cui non ha mai dato prova, bisogna concludere che abbia fatto di tutto per mantenere il suo potenziale di distruzione e perpetuare il gioco a rimpiattino nel quale eccelle da più di 12 anni. Senza la minaccia militare, le ispezioni sarebbero state votate al fallimento. Rifiutando ogni ultimatum, Francia e Germania sembravano scommettere sulla buona volontà dell'"ispezionato". Strano "schieramento della pace", che rifiuta di disarmare un guerrafondaio matricolato.

Per mezzo secolo, il potere di devastazione massiccia è stato monopolizzato e bloccato da alcune potenze nucleari. Ma dall'11 settembre è alla portata di molti. Non solo il terrorismo sta raggiungendo una dimensione mai vista prima, ma le armi biologiche, chimiche e persino atomiche "fatte in casa" consentono ai predatori di guardarsi le spalle al minor costo. Bin Laden asserragliato nelle grotte di Tora Bora fa rustico. Più promettente la soluzione di Kim Jong Il, rifugiato nel suo silo nucleare. Programmare l'abbinamento di un terrorismo alla Bin Laden a una santuarizzazione alla Kim: ecco una cosa che Saddam non poteva né preparare né concepire. L'uomo ha troppi scrupoli, è dedito all'amore del prossimo e certe ambizioni gli sono estranee. Nascondiamo pure, come gli struzzi, la tv nella sabbia, evitando soprattutto di vedere ciò che incombe.

* scrittore e filosofo traduzione di Elisabetta Horvat .