Sunday, August 26, 2007

Chiamatemi Kim, sono il Grande Leader.

Cari amici, chiamatemi Kim. Da noi sono Kim Jong Il, "il grande leader", la "stella polare della nazione"; figlio di Kim Il Sung, compagno di Stalin, "l'uomo da noi più amato", e di Mao, "il rosso sole degli oppressi". Dopo il crollo dell'Urss, papà ed io abbiamo vissuto momenti difficili. La Russia di Eltsin ci ha privato degli aiuti economici e si è messa a collaborare con la Cia per scandagliare i nostri segreti nucleari. Ma io ho riportato l'ordine, e l'arrivo di V.V.Putin ha ristabilito un minimo di buone maniere. Tra specialisti dei "servizi" ci si intende al volo, ci si scambiano visite. Vladimir non si è forse portato garante dei miei buoni sentimenti presso Bush, i cui consiglieri avevano vilipeso il mio genio? Immagino che abbiano ora corretto il loro errore e mi riconoscano un'astuzia non comune.

Non mi importa granché se a volte mi gratificate di epiteti quali "caparbio", "donnaiolo", "megalomane" ...può anche darsi che io sia ubriaco di potere, o paranoico. E con ciò? Considerate che non sono pazzo, bensì interessato ad apparire tale; e se mai lo fossi, ciò non danneggerebbe minimamente i miei punti di forza come capo di Stato. Non è affatto un male che si temano le mie imprevedibili alzate di testa. Io scommetto su quella che gli strateghi chiamano "razionalità dell'irrazionale". Quanto più gli altri subdorano che sto per deragliare, tanto più mi maneggeranno con cura, e spero, con rispetto. fare la parte del testardo, senza prestare alcuna attenzione agli argomenti, sragionare irremovibilmente - il classico comportamento da vaudeville, o da scenate coniugali - rende bene nei rapporti internazionali.

Come certo non ignorate, dal 1995 la carestia ha trasferito nel mondo dei più da 1 a 3 milioni dei miei beneamati compagni-sudditi, e pare che a volte i genitori abbiano mangiato i propri figli! Gli aiuti umanitari, incamerati dalla mia amministrazione, servono a nutrire il mio esercito di soldati-funzionari e di funzionari-soldati: "tutto per la patria e la sua guida!". Tutto per gli armamenti! Sul mercato mondiale, i miei missili fanno furore. Non dovete pensare che l'estrema miseria in cui ho precipitato il mio paese mi danneggi: anzi, è alla base della mia credibilità internazionale. I miei 11 mila pezzi d'artiglieria potrebbero potrebbero spianare Seul e infliggere danni considerevoli alle migliaia di GI appostati nella regione. Remember Pearl Harbor, ricordatevi di Manhattan! E non illudetevi che queste minacce siano gratuite, o che io sia trattenuto da qualche scrupolo. Chi affama milioni dei suoi non ha di queste esitazioni. Quanto più l'economia della nostra Repubblica Socialista regredisce verso l'età della pietra, tanto più io sono intoccabile: i nostri buoni cugini del sud non hanno nessuna voglia di sacrificare il loro benessere a una riunificazione rovinosa. Guardateli! manifestano contro i loro protettori americani e ...contro James Bond ! Ma mai contro di me, l'affamatore supremo. Il mio ragionamento non nasce dal nulla. Dal 1945, la spartizione del mondo era regolata dalla "dissuasione", "sull'orlo dell'abisso", tra avversari con capacità di Apocalisse nucleare. Ma oggi, se uno piccolo come me vuole sedersi alla tavola dei grandi, deve avere l'ardire di fare il guastafeste, di roteare il suo ciarpame di missili raffazzonati, i suoi gulag, le sue esecuzioni sommarie, i suoi affamati...Un terrore compatto e credibile, in funzione di second strike.

In occasione del nostro ultimo incontro, il compagno Putin si è sentito autorizzato a consigliarmi la prudenza. Sono scoppiato a ridere. Se la Russia, al secondo posto mondiale per arsenale nucleare e traffico d'armi, è cooptata al G7, è solo grazie alla sua formidabile capacità di nuocere. Ho guardato negli occhi Vladimir: non è più il tempo della pretesa leninista di incarnare il paradiso in terra; è finita anche la strategia stalin-brezneviana di mobilitazione del pianeta. Questi fantasmi di grandezza, né tu né nessun altro li prende più sul serio. I rapporti di forze sono ormai puri e semplici rapporti di nocività. E questo, nel mio piccolo, vale anche per me. Provate a infastidirmi, e rado al suolo i miei vicini. Putin ha strizzato l'occhio: aveva appena polverizzato Grozny. Quest'aura cosmica gli ha valso un ricevimento in pompa magna all'Accademia di Francia. E verrà anche il mio turno.

Cari amici, fate conto che esistono due categorie di umani: quelli come Milosevic e Saddam Hussein, che la pensano come me e sono colpevoli solo di mancare di argomenti atomici; e quelli che mi sostengono senza volerlo, gli "utili idioti" (Lenin), per i quali è sempre inopportuno agire, vuoi perché troppo presto (Saddam non ha ancora armi nucleari), vuoi perché è troppo tardi (io qualcuna la sto già puntando). Il futuro appartiene ai boss della mia stoffa: l'Onu, realista, ha appena eletto alla testa della Commissione per i diritti umani la Libia di Gheddafi. Quest'amabile collega, certo più ricco, ma nient'affatto più tenero di me, apre la pista. Ogni speranza è consentita. Noceo, ergo sum.

André Glucksmann.