Sunday, August 26, 2007

Intervento di André Glucksmann all’incontro con Khalida Messaudi svoltosi a Strasburgo nel novembre 1997.

André Glucksmann: un nuovo crimine contro l’umanità.

Credo che noi dovremmo cercare di capire la solitudine degli algerini in Europa, e di Khalida in Francia, perché ci riguarda e ci accusa. Credo che sia la stessa solitudine che provò mia madre quando arrivò in Francia nel 1938. Mi raccontava che i rifugiati provenienti dalla Germania e dall'Austria, che dovevano fare nelle Prefetture I documenti per l'immigrazione, si scontravano con un'incomprensione totale da parte dei funzionari francesi. Ma lo sappiamo, l'inno nazionale all'epoca recitava: “tutto va bene, madama la marchesa". La solitudine delle persone che soffrivano nel proprio paese e che all'arrivo in Francia non erano assolutamente comprese, è la stessa che oggi provano tanti profughi, tanti esuli entrando in Europa. E' la stessa solitudine che per interi decenni hanno provato in Europa occidentale i dissidenti dell'Europa dell'est. Erano addirittura spaventati dall'incomprensione della brava gente di qui e dalle ingiurie di un certo numero di intellettuali un po' troppo partigiani. La stessa solitudine l'abbiamo vista sul viso di altri democratici all'epoca della guerra in Jugoslavia. E' vero che le manifestazioni di Algeri di questi giorni, di cui la stampa tace, sono sicuramente meno affollate di quelle recenti di Belgrado che sono state seguite dalla stampa. Ricordiamoci però che ci furono altre manifestazioni a Belgrado, nel 1991-92, quando poco mancò che gli studenti facessero cadere Milosevic, manifestazioni che si svolsero nel silenzio gelido di stampa e istituzioni europee. Oggi sappiamo qual è stato poi il prezzo di quel mancato sostegno ai democratici di Belgrado: la guerra in Jugoslavia, una guerra che è finita solo "con lo sbarco" degli americani.

Credo che noi siamo vittime del nostro stesso silenzio. Quando, davanti all'Algeria, l'Europa non dice nulla, non fa che demoralizzare se stessa.

In questa occasione vorrei dire quali iniziative, a mio avviso, si potrebbero prendere. La prima è chiamare per nome quel che succede. Quelli che hanno luogo sono crimini integralisti islamisti. Il fatto che si compiano con la complicità di chi, esercito e governo, potrebbe impedirli e non lo fa, non rende meno esatta l'attribuzione di responsabilità. E’ un tipo di crimine che si va estendendo e che presenta aspetti di novità impressionanti. Certo, la storia ci dice che noi conosciamo crimini di questo genere. Ci ricordiamo che Franco, per Instaurare il fascismo in Spagna, si richiamava a Cristo Re; sappiamo che nella nostra storia ci sono state le guerre di religione e che nella notte di San Bartolomeo i protestanti furono sgozzati in nome dell'unità del regno cristianissimo. Quello fu un crimine d'amore di Dio. Ciò nonostante in quello che sta avvenendo ci sono caratteristiche nuove. In primo luogo, il crimine è dimostrativo, non ci si nasconde dopo averlo commesso, ma lo si rivendica apertamente. Quando Hitler fece i campi, li fece "nacht und nebel", di notte e con la nebbia, senza farli vedere. Quando Stalin fece assassinare Trotzky o le migliaia di ufficiali polacchi a Katyn, non rivendicò il proprio crimine. In secondo luogo, questi nuovi crimini presentano un simbolismo religioso. Tagliare il dito vuoi dire Impedire al morto di entrare paradiso. Tagliare a pezzi un bambino è un messaggio al popolo del Libro per significare l'inversione del sacrificio di Abramo, quando Dio cambiò il figlio con un montone. Qui l'assassino ci dice: “Io trasformo il montone in bambino". E' un messaggio psicologicamente terrorizzante ai popoli dei Libro. Infine tale crimine porta in sé una specie di razionalità apocalittica: la distruzione è il mezzo per prendere il potere, sulle anime col terrore e nelle città col disordine. Certo, non è soltanto un crimine islamista: ci sono fanatici di altre religioni che potrebbero commetterlo. E’ successo non molto lontano dalla tomba di Abramo, quando un ebreo ha ucciso tanti musulmani sparando loro alla schiena mentre erano in preghiera. E naturalmente non possiamo nemmeno pensare che sia un crimine che coinvolga l'islam nel suo complesso. Alcuni teologi del Cairo hanno detto: "E' blasfemo invocare Dio per tagliare un bambino a pezzi". Ora, questo crimine teologico-politico, questo modo di uccidere In nome di giustificare il massacro delle popolazioni come un'offerta a Dio, merita di essere isolato in quanto tale e di essere caratterizzato, allo stesso modo dei crimini razzisti, come crimine contro l’umanità, perseguibile per sempre perché non può esserci prescrizione per un tale orrore. Credo che l'Europa abbia fatto, nella sua storia e in questo secolo in particolare, una sufficiente esperienza dell’orrore per poter affermare che non si potrà riportare la pace laddove le persone sono state trucidate in tal modo senza che questa operazione abbia a fondamento il rigetto definitivo, di principio, di tali crimini da parte di tutte le parti causa e la definizione di ciò che deve essere assolutamente interdetto. E' questa la condizione necessaria per un negoziato in Algeria. Non c'è nulla di rassicurante nel fatto che il Fis proclami una tregua nelle operazioni militari, quando queste consistono nel fare strage di bambini. Una tregua non è che una tregua! Non ci sarà pace in Algeria se tutte le autorità morali e religiose, tutti i partiti politici, e in particolare quelli che si richiamano all'islam, non condanneranno definitivamente, una volta per tutte urbi et orbi, questi crimini contro l'umanità. Restare in silenzio, al contrario vorrà dire per l'Europa dare le dimissioni da se stessa, dalla sua storia, dal suo pensiero.

Riguardo poi all'esigenza di capire quali iniziative concrete possiamo intraprendere a favore dell'Algeria, credo dovremmo innanzitutto seguire il consiglio di Khalida di riuscire a contare fino a tre, non solo fino a due. E’ un consiglio che vale adesso per l'Algeria, ma che ieri valeva per i dissidenti. Ricordatevi di Stalin quando chiese: "Quante divisioni ha il Papa?". Anche lui sapeva contare solo fino a due: gli americani avevano le loro divisioni, i sovietici anche, il papa non aveva divisioni. E neanche il sindacato Solidarnosc aveva divisioni, neanche Vaclav Havel aveva divisioni, era uno scrittore e aveva solo un portapenne. Ebbene, quel calcolo di Stalin e dei suoi successori, che fu anche, per lungo tempo, quello delle cancellerie occidentali, era un calcolo da imbecilli. A far cadere l'impero sovietico non sono stati solo gli Stati Uniti, ma anche i Sacharov, i Solzenicyn, i dissidenti dell'est, tutti coloro che per tanto tempo furono solo oggetto dei disprezzo dei dittatori sovietici e non solo di loro. Anche Giscard d'Estaing li considerava meno di niente. Impariamo a contare fino a tre, insegniamo agli altri a contare fino a tre e allora sapremo cosa fare. In Algeria non ci sono solo gli islamisti terroristi e l'esercito corrotto, c'è anche una società civile che cerca di vivere: insegnanti che vogliono insegnare, cantanti che vogliono cantare, giornalisti che vogliono scrivere e medici che vogliono operare e ricevere libri dall'Occidente senza problemi. E ci sono donne che vogliono passeggiare senza velo, ci sono tanti algerini che vogliono vivere civilmente in una società dove non si possa uccidere a ogni angolo di strada. Sono loro che dobbiamo sostenere.

Ha ragione Khalida a sentirsi sola? Purtroppo sì. Quando un consigliere municipale è stato assassinato mentre era tenuto in ostaggio, tutti i paesi Baschi e tutta la Spagna sono scesi in strada; lo stesso è successo in Belgio per alcuni crimini di pedofilia assolutamente orribili; quando in Algeria otto maestre sono state sgozzate davanti al loro alunni su Le Monde sono comparse solo cinque righe. E' impossibile non concludere che in Europa usiamo due pesi e due misure. Consideriamo normale per l'Algeria ciò che non accetteremmo mai per I’Europa. Diamo delle spiegazioni per gli algerini che non daremmo mai per gli europei. Immaginatevi che in Europa un sociologo spieghi: "Sì, sì, d'accordo, fanno a pezzi i bambini, ma la ragione è che sono disoccupati, oppure "perché è stati interrotto il processo elettorale. In realtà sappiamo benissimo che sul nostro pianeta i paesi in cui non c'è una democrazia regolare sono la maggioranza e sappiamo anche che non dappertutto vengono commessi questi crimini contro l'umanità. Quindi la spiegazione secondo cui sarebbe normale che si uccidano i bambini e si sventrino le donne poiché c’è la disoccupazione o perché il governo è corrotto e trucca le elezioni rivela solo che si considerano gli algerini allo stesso modo in cui a suo tempo li consideravano i colonialisti francesi, cioè bougnouls [termine che significa "nordafricani" ma con una forte carica spregiativa, ndr]