Sunday, August 26, 2007

La sinistra europea non esiste.

Ultime notizie sul mondo da André Glucksmann

di Marco Respinti

Sì, non esiste. Lo afferma tranchant l’ex nouveau philosophe Andreé Glucksmann intervistato in prima pagina su il nuovo Riformista del 20 aprile (Spagna contro Italia, occidente contro occidente).

1. Uno spettro si aggira per l’Europa.

Esiste, egli afferma, una Sinistra francese che se la intende benissimo con il presidente neogollista (ma molti neogollisti francesi storcono subito il naso) Jacques Chirac, il quale fila con la Sinistra spagnola, ma detesta il New Labour britannico di Tony Blair, che dal canto proprio prende subito le distanze dai socialisti iberici. Difficile dirlo meglio. E il caso irakeno lo dimostra in modo lampante.
Il concetto di Sinistra europea è un’astrazione. Al massimo un desideratum di cui vivono di rendita i tanti suoi soi-disant, abilissimi nel rivendere nei propri rispettivi Paesi questa che è la balla del secolo XXI. Affermare che possa esistere, o che addirittura esista, una "posizione europea" sulla questione irakena è quindi risibile. Anzi tragico. Uno nuovo spettro si aggira oggi per l’Europa. È l’Europa.

2. Le (e)lezioni di Osama bin Laden.

L’Europa non c’è e i morti dell’Undici Marzo sono stati trasformati in spot elettorale mentre il ritiro delle truppe spagnole dall’Irak ne calpesta le tombe.
Per Glucksmann, «la scelta di Zapatero dà forza alla sfida lanciata dai terroristi, perché c’è una campagna elettorale mondiale condotta attraverso la televisione che punta a lasciare l’Iraq nel caos dopo aver incassato la partenza delle truppe occidentali. Ma soprattutto mira a rimpiazzare ovunque possibile il potere della democrazia con quello del terrorismo».

3. Sulla via di Damasco.

Se gli Stati Uniti d’America oggi guardano con rinnovato favore a una possibilità d’intervento dell’ONU, «[…] invece di appoggiarli in questa richiesta, Zapatero e altri paesi europei come la Francia, gli sbattono la porta in faccia. Questo è un grave errore che conduce non alla vietnamizzazione, ma alla libanizzazione dell’Iraq: proprio come accadde negli anni Ottanta, quando in seguito a una serie di attentati e sequestri, americani e francesi abbandonarono il paese. Da allora il Libano è dominato allo stesso tempo da un potere di sapore saddamita, quello dei siriani, e da gruppuscoli di terroristi sciiti (hezbollah). Se si seguisse l’esempio di Zapatero si finirebbe nella stessa situazione. E la prima vittoria di questa bomba a orologeria che è piazzata in Iraq sarebbe l’Europa, molto più che gli Stati Uniti».

Finalmente qualcuno ricorda che, benché oggi Damasco non sia oggettivamente la Baghdad di Saddam Hussein, in Siria governa lo stesso partito Baath criminalizzato in Irak. Anzi, che il baath venne fondato negli anni Venti del secolo XX proprio in Siria. E in più che i baathisti al potere in Siria appartengono alla minoranza alawita, la quale, nata come scisma in seno all’islam, non è più nemmeno considerata musulmana dagli ortodossi. E in più opprime la maggioranza sunnita della popolazione, oltre ad alcune minoranze fra cui i cristiani.